Oggi è il giorno in cui va in scena la carta dell'eremita, forse quella più rappresentativa del mondo del cammino.
Arriva per tutti il momento di confrontarsi con se stessi, senza alibi nè fughe. Quel momento per me è stato la scoperta del cammino. Nella solitudine e nel silenzio, lungo la via ho percorso il cammino più difficile: quello che mi avrebbe condotto alla scoperta di me stesso.
Osservo in silenzio il lavoro di questi giovani attori e come abbiamo trasformato l'intero senso della scena del film che vanno a rappresentare in una sorta di danza rituale.
Dopo tre giorni in cui osservo in silenzio il lavoro di questi ragazzi, fermo in questa locanda come rapito da un incantesimo che continua a volermi tenere qui, non posso non rimanere incantato nel vedere questi giovani corpi diventare strumento di bellezza e ritrovata armonia.
Tutta la tensione dei giorni scorsi sembra trovar sfogo in questa danza catartica, persino il regista sembra meno estraneo a se stesso e agli altri
Siamo giunti fino alla notte, tra gli alberi di ulivo illuminati d'argento da una luna di fine estate, qui nell'estasi dell'ultima danza sembra quasi che la saggezza del vecchio eremita la si possa trovare anche nell'inconsapevole grazia di uno slancio di leggera giovinezza.
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